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al testo di Dereck Louvrilanm
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Penso faccia testo quello che fa riflettere incessantemente nel vetro corroborato dall’argento muto quanto esposto quindi ciarliero con una certa lucidità per dire di te. Sebbene l’immagine non renda l’idea l’annuario e il narciso che nascondi dibattono su chi più ne sa di riflesso. Non è che un rimando continuo mentre piego e ripiego il capo e poso e misuro e falsifico il profilo della ruga che fa il verso al pensiero incapace del tramonto. Lei sostiene la liturgia del corpo nello spirito del vetro, ma né l’anima cambia aspetto, né rinviene. Lei, prodomo dello specchio, riceve la luce e la rimanda al creatore. La scaglia, penso. Resto dei pesci.
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